mercoledì 27 marzo 2019

SIAMO CONGIUNTIVI...di Adolfo Milani



Cerchiamo il meglio, ma abbiamo una stupefacente
adattabilità al peggio.

-o-

Ci arriva il linguaggio
ma non la competenza per usarlo,
quella dipende da noi e dai limiti
che siamo disposti a superare:

piegarci alle regole, vincere la cattive abitudini.




 Noi siamo come i congiuntivi: bisogna saperci usare e coniugare.
-o-
Alcuni anziani e non pochi adulti soffrono di
anedonìa,
 cioè l'incapacità ostinata di provare gioia di fronte a qualsiasi evento positivo.
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Come faccio a spiegarti  che mentre fisso il vuoto
sto lavorando?
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Forse che un pesce si darebbe da fare per costruire ami da pesca?
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Alda Merini : ' scrivo per capire quello che scrivo '.
-o-
Cannibali, noi? E' ovvio! Il 96% di ciò che respiriamo è...pelle umana!
 -o-
 Ho sempre pensato che diventando vecchio io e le catene ci saremmo incontrati nello stesso punto.
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 Ci sono parole come legami, vincoli che spariranno dal nostro linguaggio, non sapremo più quale significato ebbero e, infine, verranno chiuse nelle celle sgangherate del disuso.
-o-
Aprirsi o non aprirsi agli altri...
e in quale ora del giorno e in quale notte?
-o-
Mi sto allenando ad esprimere due, tre concetti contemporaneamente
per risultare il più astruso ed oscuro possibile.
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  Chi ride troppo è una persona triste, chi non ride mai non è una persona seria.
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Il triangolo del degrado:frigo/tv/divano! Le parole si gonfiano, si ungono, ingrassano deformi e senza ritegno, intorpidite e spente. E noi diventiamo come loro.
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Prestare ascolto all'altro significa farlo esistere. Negargli l'ascolto è cancellarlo.
-o-
Gli scienziati cognitivi assicurano che per essere esperti in una qualunque cosa occorrono circa 10.00 ore di applicazione, cioè 5 anni di lavoro a tempo pieno.
Molti, dopo sei lustri di comunicazione obbligatoria, non sanno ancora parlare.
Nessuno può aiutarli perché si credono eloquenti.
-o-
I bambini imparano una decina di parole al giorno e credono che vi sia una realtà immateriale accanto a loro. Come sono fortunati i bambini!
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Ansie? Ossessioni ? Forse: più che altro gabbie. Malattie inguaribili
-o-
Eristica: è l'arte di ottenere ragione anche quando si ha torto,
incuranti dei più elementari principi di correttezza.
-o-
I mediocri non hanno l'umiltà di pronunciare la parola più impegnativa
e significante della nostra lingua : grazie!
-o-
E alcuni pensano: ma in fondo che cosa può succedere se parlo come mangio? Non succede niente! E’ vero anche questo, non succede niente e continuerà a non succedere niente e noi rimarremo sempre nel nostro brodo, stinti, amorfi nello stagno dell’appiattimento, compressi nella mediocrità che non è una condizione di inferiorità ma è tuttavia un immenso pascolo di bianche pecore intontite.
-o-
Il punto e, di più, la virgola non sono soltano un segno grafico ma sonoro: facilitano il respiro, la pausa, il silenzio, il significato delle parole, le intenzioni. Neutralizzano, inoltre, le cadenze dialettali, donano il retrogusto o il retro pensiero,
trasformano semplici parole in PAROLE CHIAVE.
-o-
Comunicazione ha lo stesso etimo di comunione: andare uniti all’altro verso l’armonia, l’equilibrio, l’empatia, la libertà. Quando l’uomo cessa di parlare inizia lo scontro.
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Per la sua potente estrosità la dizione, che armonizza la fonazione, può essere considerata un vero e proprio percorso nella musica e, infatti, contiene miscele, commistioni, assonanze, consonanze, armonie, disarmonie e fruscii nei quali ogni parola diventa nota musicale e, unita alle altre parole, forma canzoni e sinfonie nel grande concerto della vita.
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Ci sono linguaggi particolari che si sganciano dai legami della lingua e assumono una loro identità rimanendo liberi da regole e recinti.
Il loro scopo è quello di connotare un personaggio con una precisa configurazione fonetica:
Totò, Govi, Massimo Troisi, Benigni, Stanlio e Ollio, Paperino,
il servo cinese, lo schiavo di colore, Vanna Marchi ecc….
La lingua di costoro è  anche la loro maschera, il loro talento, il veicolo del loro successo. E' un trucco sapiente.
Cosa sarebbe Troisi se parlasse l’italiano allo stato puro? Ma attenzione : questa meditata distorsione del loro linguaggio è voluta, studiata.
E’ un espediente utile e cercato che viene sempre tenuto sotto controllo
per assumere la dimensione  di personaggio.
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Correre a piedi per me è il modo più libero e meno complicato di stare al mondo.
Spesso immagino una città che corre a piedi
e che si trova nella radura di un bosco e tutti si sorridono "senza parlare".
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I muscoli della lingua sono 17. Quelli delle labbra 11:
che sforzo baciare!
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Il significato di ogni parola è sempre un’altra parola.
Ogni volta che domandiamo ‘che significa questa frase’?...ci viene risposto con un’altra frase.
Nel dominio della poesia è diverso! Le parole perdono la loro mobilità.
I significati generali del poema sono sì molteplici e cangianti,
ma le parole sono uniche e restano insostituibili.
Cambiarle significa distruggere la poesia, la personalità del verso, l’autenticità della creazione.
E’ da qui che nasce la grande difficoltà di “ tradurre poesia”.
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La forma e la pronuncia delle parole organizzano il loro ordine o il loro disordine.
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La consapevolezza di sapersi ascoltati è ancora più importante di essere esauditi.
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Oggi il viaggio è una metafora finita perché tutte le vie sono state battute.
E’ il termine della scoperta!
Non resta che l’esplorazione delle parole, il viaggio nelle parole che produce emozioni all’infinito.
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La lingua determina la forma del pensiero dei parlanti che è indotto dall’esperienza.
(La cadenza dialettale o l’errata pronuncia modificano il pensiero?)
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l'anagramma del mio nome, Adolfo Milani, è : follia d'animo.
L'anagramma di sigaretta è strategia: dal 25 maggio del 2007 ho smesso di fumare.
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La febbre e la passione di chi legge ad alta voce diventano efficaci se sono presenti anche in chi ascolta.
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In eschimese, 'neve' si esprime in tanti modi :
la neve al suolo, la neve che cade, la neve che stratifica, la neve ammucchiata, la neve che vortica, la neve che si imbratta... Ciò determina la specificità lessicale di una cultura per cui non tutto può essere tradotto.
Esistono parole che esprimono significati esclusivi di una certa cultura, per esempio:
trinità, incarnazione, peccato originale.
Certi colori non trovano corrispettivo in alcune lingue ed è, quindi, come se non esistessero.
In tedesco la parola Gemut è intraducibile: animo, spirito, temperamento?
Heimat: terra della prima infanzia, patria perduta, esperienza di una nostalgia?
Quanti misteri posso esprimere con la parola tenebra...
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Le parole appartengono metà a chi le dice e metà a chi le ascolta.
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C'è chi ama disperatamente essere trafitto dai chiodi delle parole dell'altro..




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13 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono completamente d'accordo con Amleto che sosteneva che la consapevolezza di sapersi ascoltati è ancora più importante di essere esauditi, ma purtroppo oggi è molto difficile farsi ascoltare, viviamo in un mondo di finti sordi.

Anonimo ha detto...

Sai, alle volte mi sembra che tu abbia proprio ragione... mi è capitato di leggere nel blog questo, le parole appartengono metà a chi le dice e metà a chi le ascolta, e se è vero quello che sostieni dei finti sordi, come facciamo????? Forse, a volte, è un nostro problema, quello di farsi ascoltare, perchè è vero che c'è chi ama farsi trafiggere dai chiodi delle parole dell'altro

Grazie allo scrittore del post, mi ha reso consapevole, "forse". Ed a te??

Anonimo ha detto...

..parolazione risponde: l'ascolto bisogna meritarselo. Come? Basta 'sedurre' con le parole!

PAROLAZIONE ha detto...

...chiariscimi in che cosa ti ho reso consapevole.Ciao,Ad

Anonimo ha detto...

La parola è un atto sacro nata dall'alchimia del respiro.

PAROLAZIONE ha detto...

Hai detto bene anonimo.Ma in tutta confidenza voglio aggiungere che ' se non respiri muori ma che , qualche volta, se si tace sopravvivi'. Ciao

Anonimo ha detto...

Non ogni verità è bene che sveli sicura il suo volto; e spesso il silenzio è per l'uomo il miglior proposito.


Pierpi

Anonimo ha detto...

Ridere è il linguaggio dell'anima, la parola é un'ala del silenzio.

Anonimo ha detto...

Nietzsche aveva intuito che la parola è uno strumento di resistenza contro la conoscenza.

ciao

PAROLAZIONE ha detto...

rispondo a PierPi:la verità è una puttana e il silenzio è il suo magnaccia.

PAROLAZIONE ha detto...

Rispondo all'anonimo che ride con l'anima: se non sistemi a dovere gli accenti sulle 'e' del verbo essere, il mio gruppo ti seppellirà sotto una risata colossale.

PAROLAZIONE ha detto...

rispondo al lettore di Nietzsche:è il padre di tutti i paradossi.Voglio ricordare ai nostri amici comuni che nel 1888, a 44 anni, fu colpito da pazzia che gli convisse fino alla morte. Ancora adesso quella frase è oscura come la piscia delle formiche.

Anonimo ha detto...

il tuo giuda mi è parso più interessante di cristo...certamente più affascinante.L.L.